Pedoni e ciclisti più sicuri per strada

Sulle strade purtroppo si continua a morire. E le persone maggiormente coinvolte sono soprattutto i cosiddetti soggetti deboli della strada, cioè ciclisti, motociclisti e pedoni. Come rendere pedoni e ciclisti più sicuri per strada?

Cosa fare per rendere più sicure le strade?

L’indice di mortalità nel 2017 è di oltre 3 pedoni ogni 100 incidenti. Indice che scende a 1,6 per i motociclisti e a 0,7 se parliamo di autovetture. Non c’è dubbio che l’automobile fornisca maggiore protezione. In caso di scontro, ciclisti, pedoni e motociclisti hanno la peggio; per questo aumentare la sicurezza stradale è fondamentale.

La tendenza del 2018

Nel 2018 gli unici dati disponibili sono stime Istat relative ai primi 6 mesi dell’anno. Il dato è positivo perchè si è registrata una diminuzione del 3% degli incidenti.  In realtà i dati sulla sicurezza vanno trattati con molta cautela perchè questa diminuzione potrebbe semplicemente essere legata al fatto che gli incidenti sono meno lesivi. Spiega la Presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Giulietta Pagliaccio:

E’ un fatto che le auto siano diventate più sicure per i loro occupanti, con tutta una serie di apparati tecnologici salvavita. Ed è certamente merito anche dell’azione deterrente sulla velocità che hanno tutor e autovelox in genere, visto che è proprio la velocità una delle prime cause di incidenti mortali.

Questo ragionamento è in linea con il fatto che la flessione del numero delle vittime si è registrata sulle autostrade, mentre il calo è più contenuto sulle strade urbane e sulle extraurbane.

sicurezza dei ciclisti

I dati della Polizia Stradale che riguardano il 2018 indicano un deciso decremento dei sinistri con esito mortale ma i numeri parlano comunque di oltre 3000 morti, più di 9 al giorno. Senza contare i feriti anche gravi e le disabilità permanenti!

Una vera e propria strage che continua indisturbata, nell’indifferenza generale, o quasi.

Numeri allarmanti che riguardano persone che restano sull’asfalto delle città il più delle volte a causa di errori o disattenzione. Comportamenti sbagliati.

Prosegue così la presidente FIAB:

Molti automobilisti si mettono al volante pensando di poter fare tutto, come se non guidassero. Telefonare, chattare, guardare le notifiche di Facebook. E poi ci si mettono anche le plance delle automobili, molto tecnologiche per carità, ma portano alla distrazione: c’è sempre qualcosa da guardare, qualche spia da controllare. Ovvio che se poi ti trovi davanti a un ostacolo improvviso non si riesca ad evitarlo.

I SOGGETTI DEBOLI: non pensare che capita solo agli altri

Una bicicletta, un anziano, un bambino, un disabile. In tutto il 2017 sono stati 40 i bambini morti in incidenti stradali. Ma, a proposito di utenti deboli della strada, una cosa va ricordata: anche se utilizziamo quasi sempre l’auto, ciascuno di noi è un utente debole della strada o può diventarlo in qualunque momento.

Impegnarci tutti perché le città non diventino giungle pericolose, dove vige la legge del più forte, fare in modo che le regole condivise siano una responsabilità di tutti, deve diventare una priorità.

Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani dice:

La mobilità è una componente della vita di tutti noi, ma non può esigere un tributo così alto, soprattutto adesso che le nuove tecnologie rendono le nostre auto così sicure da riuscire a scongiurare buona parte degli incidenti. Le statistiche ci dicono che il 90% degli incidenti sono imputabili all’uomo: disattenzione, uso improprio del cellulare, mancato rispetto delle norme e della segnaletica, velocità non adeguata, sono cause che vanno debellate accrescendo il senso di responsabilità e migliorando le capacità di guida di tutti.

Prima di tutto, sono i comportamenti che devono cambiare, quelli di tutti.

In questa direzione sono orientate alcune misure del nuovo Codice della strada in discussione in Commissione Trasporti alla Camera, e prevede, tra le altre cose, il divieto di fumo in auto e la possibilità per le biciclette di

  • andare contromano, ma solo nelle zone con limite di velocità di 30 km orari.
  • avere la partenza avanzata davanti ai semafori e gli stop
  • obbligatorietà del casco.

Un importante aiuto potrebbe arrivare da una revisione della struttura delle città, per renderle più sicure.

Conferma Giulietta Pagliaccio:

Le nostre città sono davvero un problema, dal punto di vista sicurezza stradale. Le auto sono troppe, tante, non si fanno politiche per una mobilità differente che non sia quella dell’auto privata. I pedoni non sono sicuri neanche sulle strisce e nessuno si azzarderebbe mai a mandare i bambini a scuola a piedi. Tutto questo perché le nostre città sono state strutturate prima di tutto per fare spazio alle auto private. E allora dobbiamo ripensarle, queste città.

 

COME CAMBIARE LA STRUTTURA DELLE CITTA’

La ristrutturazione delle città può venire con le proposte della FIAB, quasi a costo zero.

  • fissare il limite a 30 km orari, tranne alcune zone in cui sia consentito andare a 50 km orari.
  • nelle strade che consentono agli automobilisti di raggiungere alte velocità ridisegnare l’aspetto stradale, attraversamenti pedonali rialzati, a protezione dei pedoni
  • utilizzare chicane e dossi, in modo da rendere la circolazione più lenta e sicura
  • progettare e investire su una ciclabilità diffusa, per convincere nuove persone all’uso della bicicletta

sicurezza dei pedoni

Quello che si chiede è una ciclabilità vera, che non sia tirare una riga sul marciapiede e far contendere lo stesso scarso spazio a due soggetti deboli, come ciclisti e pedoni. Commenta Pagliaccio:

Così si rischia solo di innescare una specie di guerra tra poveri, quando invece la vera ciclabile deve essere fatta in sede propria, anche riducendo lo spazio delle auto, in particolare dei parcheggi, se la carreggiata lo consente.

Tutto questo va accompagnato da un lavoro intenso di comunicazioni per far comprendere a tutti che c’è un modo diverso di intendere la mobilità e che meno auto significa più sicurezza in ogni caso.

 

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E In effetti nelle città non si vedono più biciclette proprio perché qualche passo avanti è stato fatto. Segno che cambiare si può.

Le città diventeranno più sicure, se si garantisce a tutti il diritto muoversi, anche a chi non ha l’auto.

Senza considerare il vantaggio che se ne ricaverebbe in termini di riduzione delle polveri sottili e dell’inquinamento.

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