MANGIARE è un ATTO POLITICO

E’ passato qualche mese dalla pubblicazione su Terra Nuova dell’intervista a Vandana Shiva, presidente di Navdanya International. Trovo che sia comunque attuale perchè, purtroppo, queste situazioni non si cambiano nell’arco di qualche settimana. Mangiare è un atto politico…vediamo perchè.

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Il racconto offre un ottimo spunto di riflessione per tutti coloro che hanno voglia di fermarsi un attimo a pensare quale è il proprio modo di fare acquisti. Inforcare un carrello della grande distribuzione è davvero il modo migliore di fare la spesa?

Non aggiungo altro ma vi invito a leggere questo breve estratto dell’intervista a Vandana Shiva.

Il tour che ho appena concluso in Veneto e in Trentino Alto Adige […] ha rappresentato per me una grande occasione di conoscere lo stato di degrado di un immenso territorio attaccato dalle monocolture intensive industriali.

Le sterminate piantagioni industriali, alle pendici delle bellissime montagne del Trentino, con i loro filari tenuti in piedi da migliaia e migliaia di pali di cemento, danno l’impressione di un immenso cimitero.

Una sensazione deprimente, in un angolo di mondo così naturalmente bello. E non ho visto alberi ma rami mutilati e senza foglie che non sarebbero in grado di tenersi in piedi da soli.

mangiare è un atto politicoUna immagine davvero preoccupante di come gli interessi economici possano spingere a deturpare un immenso patrimonio naturale. Vandana Shiva continua:

Le comunità locali mi hanno parlato dell’utilizzo massiccio e sregolato di fitofarmaci per sostenere queste monocolture.

La preoccupazione delle persone è giustificata. L’attuale epidemia di malattie croniche è infatti anche il risultato della diffusione di sostanze tossiche nei nostri sistemi alimentari.

Siamo la prima generazione costretta a guardare i nostri figli ammalarsi più di noi, in particolare di cancro. Sappiamo che solo il 5% dei tumori è di origine genetica, il restante 95% è dovuto alla tossicità dell’ambiente circostante.

Quando addentiamo una mela perfetta, identica per forma e colore a tutte le altre che abbiamo messo nel sacchetto compostabile del supermercato, siamo sicuri che stiamo mangiando un frutto che farà bene al nostro corpo?

Non dobbiamo mai dimenticarci che noi siamo il cibo che mangiamo. E il cibo, o distrugge la nostra salute o ci nutre.

Credo che la connessione fra produzione e consumo del cibo sia il luogo in cui possiamo tornare a curare la terra e a reclamare la nostra libertà.

NOI NON SIAMO CONSUMATORI, SIAMO PARTE DELLA RETE ALIMENTARE. POSSIAMO SCEGLIERE. MANGIARE E’ UN ATTO POLITICO.

Di sicuro è un atto economico, perchè ciò che mangiamo sostiene un sistema o l’altro. Non sapere cosa stiamo mangiando non significa solo vivere nella peggiore ignoranza, significa essere schiavi.

Non bisogna temere le grandi sfide perchè anche le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento.

Ognuno di noi è una piccola formica, una goccia nell’oceano ma nessuno di noi è insignificante. Smettendo li lasciarci trasportare dalla brezza confortante del marketing e scegliendo come e dove consumare possiamo innescare un sistema di scelte sane e consapevoli.

Ognuno di voi si chieda come vorrebbe vedere il proprio territorio fra due anni e cosa deve fare per promuovere quel cambiamento.

Nella consapevolezza che, ad oggi, siamo in balia di un sistema di sviluppo disumano, che ruba dalla natura e dagli uomini e che è responsabile di ecocidio e genocidio.

alimentazione sanaNon facciamoci demoralizzare, Vandana Shiva conclude la sua intervista con una possibile soluzione, uno spunto ed un invito all’azione. Con l’augurio che ciascuno di noi si lasci ispirare:

La salute della Terra e la salute delle persone sono una cosa sola. Le alternative esistono e si basano sulla rigenerazione dei suoli tramite l’agroecologia, la salvaguardia della biodiversità, la promozione della filiera corta e di sistemi a km 0.

Ciascuno di noi può invertire l’attuale tendenza disastrosa con le proprie piccole grandi scelte quotidiane: possiamo cambiare il mondo ad ogni boccone, ad ogni abito, ad ogni viaggio, ad ogni acquisto.

Dobbiamo riprenderci il diritto al nutrimento e al cibo sano. Il diritto di proteggere la terra e le sue diverse specie. Dobbiamo fermare il furto delle multinazionali ai danni dei poveri e della natura.

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