Cosa sono i Dieci Comandamenti di Dio

Parlare di “Legge di Dio” o di “dieci comandamenti”, nel nostro attuale contesto culturale, potrebbe sembrare, a più di qualcuno, una rievocazione di uno stile di vita obsoleto, ad un Dio che impone gravosi sacrifici, oppressioni, rinunce e limitazioni alla libertà! Eppure capire a fondo cosa sono i dieci comandamenti di Dio può aprire la strada alla vera letizia, la vera felicità.

Dopo la rivoluzione del ‘68, con lo slogan “vietato vietare”, l’uomo e la donna, finalmente emancipati, si sarebbero gettati definitivamente alle spalle precetti e tabù, sciocche credenze e pratiche religiose. I sessantottini vedevano la società in cui vivevano composta di uomini e di donne incapaci di affrontare da protagonisti la sfida della vita e di compiere, in piena autonomia e indipendenza, le scelte ritenute giuste.

leggi di Dio

Pensandoci bene, questa pretesa (vietato vietare, fai quello che ritieni giusto) ha origini ancora più antiche! In tempi assai più lontani, un oscuro sibilo era stato sussurrato nell’orecchio del primo uomo e della prima donna, sollecitandoli ad emanciparsi dal giogo dell’Altissimo, con la pretesa (ridicola) di conoscere da se stessi (e quindi autonomamente scegliere) il bene e il male.

Se gli ideali fossero stati sani, corretti, giusti, se gli allora emancipandi avessero imboccato la strada giusta dovremmo, oggi più che mai, vedere persone felici, sorridenti, serene, contente di vivere, realizzate, solari, pacifiche.

Lo spettacolo che, tuttavia, sembra sovente presentarsi dinanzi ai nostri occhi è di ben altro tenore: persone tristi e depresse (le statistiche italiane sulla depressione riportano percentuali da capogiro), arrabbiate, sempre scontente, sempre inquiete, affette dalle terribili malattie della “lamentosi” e della “criticosi” (morbi pestiferi, cronici e molto contagiosi), insoddisfatte, sempre in cerca di una realizzazione tanto perseguita quanto mai raggiunta.

Perchè tutta questa infelicità?

Forse qualcuno (forse lo stesso che sibilò le primitive menzogne ai nostri Progenitori, chissà…) ha fatto un colossale lavaggio di cervello, i cui effetti sono stati una sorta di inebetimento collettivo e di cumulo di idee assurde e strampalate che rendono l’uomo contemporaneo – per certi aspetti pur tanto evoluto, intelligente e progredito – stolto, cieco ed incapace, come si legge nel libro del profeta Giona (4,11), perfino di “distinguere la destra dalla sinistra”.

peccato originale

Ma procediamo con ordine; tutti gli esseri umani hanno un naturale istinto a riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Sappiamo nel nostro intimo che è sbagliato uccidere, che è sbagliato offendere, che è sbagliato rubare, picchiare, imbrogliare, ecc. E’ una legge naturale.

Questa naturale conoscenza è la voce di Dio che ci parla nell’intimo facendoci conoscere cosa è bene, cosa possiamo fare e cosa dobbiamo evitare. Prima ancora che Dio formalizzasse i Comandamenti (dandoli a Mosè scritti sulle tavole) ci aveva scolpito nel cuore la LEGGE NATURALE.

La legge naturale è la ragione, la capacità di conoscere ciò che possiamo fare e ciò che dobbiamo evitare.  

La legge naturale sarebbe stata sufficiente se gli uomini avessero scelto di seguirla; quel che nel tempo è successo è ben diverso. Sono subentrate tentazioni, vizi, peccati, idoli che hanno offuscato le coscienze per secoli. Ne sono conferma le punizioni di Dio date agli uomini prima di Mosè (es. il diluvio universale). Dopo tante vicissitudini Dio interviene direttamente consegnando il Decalogo a Mosè

I dieci comandamenti, o decalogo, sono una dichiarazione scritta di ciò che Dio, fin dal principio, ha stampato nel nostro cuore. La legge naturale diviene così legge rivelata.

Prima di proseguire è bene che il lettore si ponga alcune semplici domande:

1) Dio esiste o non esiste, dato che si parla di una legge attribuita a Lui?

2) Ammesso che Dio esista (in Italia oltre il 90% dichiara ancora di credere in Dio…), questo Dio è buono o cattivo?

3) Ammesso che Dio sia buono (di un dio cattivo nessuno saprebbe cosa farsene), quale “interesse” ne verrebbe a Lui personalmente dal fatto che la sua Legge sia osservata o no? In altre parole: cosa può cambiare nella vita di Dio se tu, caro lettore, osservi o non osservi la sua legge? Pensi forse che la grandezza, l’eterna felicità e la potenza infinita di Dio possano essere toccate, alterate, inficiate dal gesto di una povera creatura mortale e limitata?

4) Ammesso che l’inosservanza della Legge di Dio non cambi nulla a Lui e alla sua vita, bisogna chiedersi se forse fa cambiare qualcosa alla nostra vita.

5) Ammesso quest’ultimo punto, bisogna concludere che Dio ha dato una Legge buona per farci buoni e che in questa bontà consiste il segreto della nostra felicità.

Allontanarsi dalla legge di Dio non è recare del male a lui, ma farlo a noi e intorno a noi.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima…

Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore…Per chi li osserva è grande il profitto

Salmo 18

La Legge di Dio è in realtà il cammino obbligato per trovare la felicità.

E’ una sorta di tesoro nascosto, perché, apparentemente, molti dei precetti di Dio sembrerebbero gravosi e onerosi, ma appena li si cominciano a gustare e praticare, dai frutti di gioia, pace e serenità che producono, si capisce ben presto che costituiscono l’unico sentiero da percorrere per trovare ciò che ogni uomo cerca (la felicità) ma ben pochi trovano.

Quale conclusione dobbiamo trarre da questa introduzione?

Che Dio ha rivelato realmente la sua legge agli uomini e che gli uomini la possono (Dio ci crea liberi) e la devono osservare per entrare nella vita eterna.

In ciascuno dei divini comandamenti bisogna considerare due parti distinte: la parte positiva e quella negativa. La parte positiva è quello che Dio ci comanda, la parte parte negativa è quello che ci viene proibito.

Con la parte positiva Dio ci indica tutto il bene che dobbiamo fare; con la parte negativa Dio ci indica tutto il male che dobbiamo fuggire.

PRIMO COMANDAMENTO: Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all’infuori di me.

Io sono il Signore Dio tuo: è la parte positiva. Non avrai altro Dio all’infuori di me: è la parte negativa.

Qual è il significato di queste parole con le quali il Signore apre l’esposizione dei suoi comandamenti?

Sono una sorta di intestazione del decalogo; una dichiarazione fatta per ricordarci che tutti i precetti che seguiranno hanno per autore Dio e che quindi dobbiamo accettarli in quanto provenienti dalla Sua suprema autorità.

In altri termini, prima di enunciare la Sua legge il Signore ha ritenuto opportuno ricordarci che Egli aveva tutto il diritto di imporla e noi abbiamo tutto dovere di eseguirla.

Io sono il Signore Dio tuo. Viene detto in modo chiaro che Colui che parla non è un uomo ma il vostro Dio, l’essere perfettissimo, il Creatore e Signore del cielo e della terra, il grande Re dell’universo.

Il modo in cui accettare e applicare queste leggi ce lo ha insegnato direttamente Gesù; ci ha insegnato alla perfezione l’obbedienza al Padre, come bisogna obbedire alla Legge di Dio, alla Sua Volontà, costi quel che costi! Infatti Gesù obbedì fino alla morte, e non ad una morte qualunque, ma alla morte di croce.

Gesù, che era lui stesso Dio come il Padre, ci ha insegnato come anche noi (se vogliamo essere Figli di Dio, ricordiamo sempre che Dio ci lascia liberi di scegliere) siamo tenuti a osservare con amore, non per costrizione, quello che Lui ci dice di fare. Siamo tenuti ad osservare le sue leggi non perché lui ne trae un vantaggio (che vantaggio viene a Dio?), ma perché sa che noi abbiamo bisogno di questo, delle linee guida per poterLo raggiungere, per andare in Paradiso.

Lui sa che c’è il peccato, sa che c’è il diavolo, sa che c’è il mondo terreno che ci porta fuori strada.

Siccome Dio è il nostro Creatore, è il nostro Conservatore (dal dogma della divina provvidenza quando Dio ha creato le cose le mantiene nell’essere le conserva in eterno) che egli nell’ordine spirituale è stato anche nostro Redentore, dal momento che è il nostro principio ed il nostro ultimo fine va da sé che Egli possiede una sovranità assoluta e indefettibile su di noi, sul nostro corpo, sulla nostra anima, sul nostro essere, da Lui dipendiamo e dobbiamo dipendere in ogni cosa, oggi domani e sempre.

Lui è veramente Dio, Lui è tutto, mio Dio, mio tutto.

Si pensi alle parole che Gesù in persona rivolge al giovane ricco, rispondendo alla sua “domanda delle domande” circa cosa avrebbe dovuto fare per avere la vita eterna (ovvero quale è il segreto, la via per ottenere la felicità): “Se vuoi entrare nella vitaosserva i comandamenti(Mt 19,17).

In realtà, dunque, la legge del Signore, è ben lontana dall’essere una mortificazione o un’oppressione per l’uomo e la sua libertà, dall’essere un impedimento alla sua realizzazione o alla sua felicità.

Concludiamo con un auspicio fiducioso e sicuro: “mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal 18,5).

Fonti:
I dieci comandamenti: introduzione di Don Leonardo Maria Pompei
Catechesi per adulti: Io sono il Signore Dio tuo del Santuario Madonna dei Boschi
Catechesi per adulti: la legge naturale del Santuario Madonna dei Boschi

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